Film molto interessante, in particolare per
comprendere l'importanza del diritto internazionale e di concetti come
crimini di guerra e crimini contro l'umanità. Con questo processo la
guerra cessa di essere il proseguimento della diplomazia con altri mezzi (Clausewitz),
per diventare un crimine.
Durante la visione del film chiedo di
scrivere un testo (di preferenza a computer), in cui:
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Annotate alcuni aspetti che ritenete
importanti.
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Li commentate.
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Un commento generale.
In particolare sull'importanza del diritto
internazionale e del processo di Norimberga per il diritto internazionale.
NB: durante la visione del film su Encarta
potete cercare i diversi personaggi (Speer, Göring, von Papen, Hess)
oppure temi come "Processi per crimini di guerra"; "Crimini di guerra";
ecc.
Osservazioni sul film:
A noi interessa pure la discussione sul
come i nazisti abbiano potuto spingere a commettere così gravi atrocità.
Nel film viene data una spiegazione, quella dello psicologo che si occupa
dei prigionieri durante il processo:
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La tradizione di obbedienza dei tedeschi, il
loro senso del dovere e rispetto dell'autorità. Sin da bambini erano
abituati ad ubbidire, senza mettere in discussione gli ordini: ai
genitori, agli insegnanti, ai preti, ecc. Del resto Federico II di
Prussia diceva che la Prussia (di cui la Germania eredità la tradizione
militarista) non è uno Stato con un esercito, bensì un esercito con uno
Stato. Questo atteggiamento acritico, che sarà definitivamente messo da
parte con le contestazione del 1968, era molto diffuso e ha influito
(del resto i criminali di guerra si giustificavano dicendo di avere solo
eseguito degli ordini, giustificazione che a noi appare inaccettabile,
anche perché oggi gli ordini che non rispettano le convenzioni di guerra
non sono da eseguire, ma prima non era così e gli ordini non si
discutevano).
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La propaganda. La propaganda è efficace
tanto più trova appoggi nella realtà, che poi viene stravolta o
sfruttata per i propri fini (se c'è un attentato, basta dare la colpa ad
un gruppo politico per screditarlo o per giustificare delle guerre).
Inoltre Göbbels, ministro della propaganda e artefice della propaganda
nazista, sapeva bene che una bugia, se ripetuta tante volte, finisce per
diventare credibile. La repressione ha fatto il resto. Purtroppo questi
aspetti sono validi ancora oggi. Tornando ai nazisti, i tedeschi si sono
sentiti dire per anni che gli ebrei erano inferiori e volevano il male
della Germania, quindi quando poi si è detto loro di ucciderli, lo hanno
fatto senza porsi troppi problemi (anche perché una base razzista c'era
da secoli, anche se non finalizzata all'odio).
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Infine vi era tutta una serie di
accorgimenti per rendere lo sterminio un atto meccanico, dove la
responsabilità del singolo era ridotta. Il tutto appariva come un dovere
da adempiere, degli ordini da eseguire. La terminologia era adattata (lo
si fa ancora oggi, quando si parla di bombe intelligenti o di effetti
collaterali nelle guerre). Questo provocava una mancanza di capacità di
empatia, cioè di capire il dolore degli altri.
NB: altri spunti di riflessione riguardano
l'uso (e il controllo) dei mezzi di informazione, il carisma, ecc. |