SPSE - Storia e istituzioni politiche (sito archiviato e non più aggiornato)

Sito archiviato vedi www.storiaspse.ch

Docente Marzio Conti - marzio.conti@spse.ch

 

 

Storia - Opzione


Lezioni classi

Programmi settimanali

Compiti/Comunicazioni

Lezioni prime SMC

Lezioni seconde SMC

Lezioni terze SMC

 Video e simili (film)

Foto, multimedia, ecc

Blocchi completi in pdf

Lavori scritti (date-temi)


Analisi documento

Links (comune)

Documenti comuni


Forum per classi:

Vedi piattaforma


Indicazioni comuni

Presentazione

Valutazioni

Recupero lavori scritti

Uso PC  -  A distanza

Lavori scritti distanza


Filmati YouTube (tutti)

Prima - Seconda - Terza

 

Per qualsiasi necessità, per segnalare collegamenti a siti interessanti, suggerimenti o errori: marzio.conti@spse.ch

 

Acrobat Reader per PDF

(Oss versione 5 o sup.)

Win Zip - Sito

 

contatore

Terza-Lezione 13-Conflitto israelo-palestinese   Torna alla lezione 13

Vedi anche Documentazione supplementare   -   http://www.studentiemancipati.ch.vu
Entrare nella sezione "Bibliothèque", dove troverete un'interessante documentazione completa sulla questione israelo-palestinese, oppure nel primo link

Eventuali filmati:

 

In generale dobbiamo tenere presente che abbiamo due punti di vista contrapposti:

  • Gli israeliani ritengono di avere il diritto di abitare la loro terra d'origine: la loro patria storica.

  • I Palestinesi ritengono di avere lo stesso diritto e si appellano al diritto internazionale e alle risoluzioni dell'ONU.

Presentazione Palestina-Israele (file di 103 Mb!)
*** NB: Si veda anche la documentazione supplementare e il filmato della lezione 13 ***:

 

L'Inghilterra aveva infatti promesso sia agli arabi che agli ebrei di costituire un loro stato in Palestina. Lo si è poi fatto senza ricorrere al principio di autodeterminazione dei popoli e molti errori sono stati commessi. Entrambi non riconoscono i diritti della controparte e vedono le pretese (in entrambi i casi legittime) dell'altro come un sopruso.

 

Possiamo notare alcune particolarità:

  • Necessità di un intervento esterno. Ma l'UE e la Russia sono troppo deboli, l'ONU ha le mani legate e gli USA sono alleati di Israele, quindi non possono svolgere il ruolo di mediatori in modo credibile.

  • Negli USA abbiamo una forte lobby ebraica, ma anche una forte componente cristiana filoebraica.

  • Israele tende ad accettare l'aiuto degli USA e ad ascoltare i consigli americani unicamente nella misura in cui gli fa comodo, per il resto attuano una politica indipendente e poco conciliante.

  • L'estrema destra israeliana, molto influente, vorrebbe cacciare tutti i palestinesi. Siccome questo non è possibile, si cerca di creare alla popolazione araba delle condizioni di vita impossibili, sperando che se ne vadano. Israele ricorre quindi a pesanti umiliazioni e al terrorismo di Stato (uccisioni, maltrattamenti, ecc.). Questo genera però disperazione e violenza da parte dei palestinesi (terrorismo), il che contribuisce a peggiorare la loro situazione, rafforzando la posizione degli estremisti nel governo israeliano. In particolare con la seconda intifada.

  • Gli Stati arabi, governati con delle dittature, sostengono a parole la causa palestinese, ma nei fatti fanno poco. Hanno bisogno di canalizzare l'attenzione del loro popolo verso un nemico esterno, poiché altrimenti rischierebbero delle rivolte e di perdere il potere.

  • La posizione di paesi come l'Iran non aiuta il popolo palestinese, ciò nondimeno i palestinesi vedono in Ahmadinejad un eroe (il presidente iraniano che vuole distruggere Israele). Queste posizioni non fanno altro che radicalizzare le posizioni degli estremisti.

  • Gli arabi continuano a non riconoscere il diritto di esistere di Israele, all'interno del quale c^è comunque una parte molto forte che vorrebbe la Grande Israele (dal Nilo all'Eufrate?), cacciando i palestinesi.

Dobbiamo anche osservare che i maltrattamenti e la disperazione della popolazione palestinesi sono enormi:

  • Umiliazioni, lunghe code ai checkpoint, ecc. Privazione dei diritti fondamentali, ostacoli di ogni genere per impedirgli di lavorare, ecc.

  • Israele non è uno Stato dei suoi cittadini, ma si definisce lo Stato del popolo ebreo. Ne consegue che il 20% della sua popolazione, di origine araba, è discriminato.

  • Abbiamo quindi bambini che vivono nel terrore. Abbiamo due sistemi scolastici, quello per i palestinesi è controllato in maniera rigida. Israele cerca di avere dei collaboratori tra i palestinesi, che in cambio della garanzia di un lavoro, denunciano chi si esprime contro il governo israeliano. Anche nella scuola gli insegnanti che dovessero criticare Israele verrebbero licenziati, perché denunciati dai loro allievi.

  • ....NB: si tratta di modi di procedere che ricordano i regimi totalitari.

Non va dimenticato che anche la posizione degli arabi è ed è stata poco conciliante, questo sempre a scapito della popolazione (sia palestinese, che ebrea). Si pensi ad esempio al terrorismo, che se può essere compreso, non va sicuramente mai giustificato, e alle numerose vittime innocenti, che provocano nuove ritorsioni e una spirale di violenza reciproca sempre crescente (un circolo vizioso).

 

Alcuni esempi di abusi da parte israeliana, che sono però quotidiani:

  1. Una donna che stava partorendo è stata respinta a tre checkpoint diversi e non ha potuto andare all'ospedale. Al terzo è nato il bambino e hanno chiesto di portarlo all'ospedale. I soldati si sono rifiutati ed il bambino è morto.

  2. Un professore universitario araboisraeliano ha preso una multa dopo un controllo di polizia perché gli hanno detto che i freni e gli pneumatici dell'auto non erano a posto. Ha protestato ed è andato da un meccanico arabo, che dopo un controllo gli ha detto che l'automobile era in ordine. Quando ha richiesto una dichiarazione, spiegandogli che gli serviva per fare ricorso contro la multa, il meccanico si è rifiutato, dandogli del pazzo e affermando che poi la polizia sarebbe venuta e gli avrebbe fatto chiudere il garage. Il professore è quindi andato da un meccanico ebreo, che gli ha rilasciato la dichiarazione, meravigliandosi alla domanda "ma non ha paura della polizia?" e rispondendo con un deciso "no! Perché mai dovrei?".

  3. Il figlio dello stesso professore che viaggiava con un'ebrea, sua fidanzata, è stato fermato al controllo all'aeroporto e gli hanno impedito di prendere l'aereo. Soltanto facendo intervenire degli avvocati dagli USA ha potuto prendere un aereo 8 ore dopo, con la pretesa dei poliziotti che firmasse una dichiarazione in cui affermava di aver perso il primo aereo perché in ritardo.

  4. Abitualmente i palestinesi sono lasciati ad aspettare al freddo e sotto l'acqua senza motivo.

  5. Ecc.

Si tratta di esempi che vogliono testimoniare di una realtà di cui spesso non si parla se non marginalmente. Ad esempio le nostre fonti di informazioni citano gli interventi dei soldati israeliani, ma non si dice cosa questi implicano per la popolazione che li subisce: spesso di notte e con il coinvolgimento di bambini, ecc.

 

 

L'informazione e gli attentati dell'11 settembre 2001

In generale osserviamo come il controllo dell'informazione è essenziale e la propaganda è utilizzata per ottenere l'appoggio dell'opinione pubblica alla propria politica. Ad esempio, indipendentemente dalle varie tesi sui complotti, sappiamo che:

  • Bush e i poteri che rappresenta avevano deciso la guerra in Afghanistan e in Iraq, con dei piani dettagliati, già da prima di aver vinto le elezioni. Per questo molte lobby (industria delle armi e petrolio in particolare) avevano finanziato la sua campagna elettorale, sicuri di incassare ben più di quanto speso.

  • Gli attentati dell'11 settembre, così come la paura del terrorismo, sono manipolati per sostenere la propria tesi e creare consenso sulla guerra.

  • In generale l'informazione è quindi controllata in questa direzione. Certo ci sono anche informazioni libere e critiche, ma sono minoritarie. Un esempio è quello dell'esultanza dei palestinesi, in particolare in Cisgiordania, dopo gli attentanti. Alcune delle immagini che hanno fatto il giro del mondo sono false, risalendo a manifestazioni antimericane di alcuni anni prima. Tutti hanno però visto queste immagini, ma pochi sanno che sono false. Queste immagini contribuiscono a giustificare azioni di guerra contro quelle popolazioni e a fare in modo che l'opinione pubblica non protesti per le vittime arabe innocenti (e anche Israele ne ha approfittato per peggiorare le condizioni di vita dei palestinesi, per compire assassini di Stato, ecc., giustificandosi sostenendo che si trattava di terroristi).

In generale quindi la maniera con cui le informazioni ci arrivano è molto importante e la propaganda la sfrutta per giustificare la guerra: poco importa se poi le notizie sono smentite dai fatti, poiché solo la minoranza più attenta ne è al corrente. L'opinione pubblica è comunque influenzata (ad esempio ancora a fine 2006 il 70% degli americani è convinto che l'Iraq avesse armi di distruzione di massa pericolose, mentre in realtà si sa che questa era una bugia atta a giustificare la guerra). Questo nell'ottica della dottrina della guerra preventiva, che però giustificherebbe qualsiasi guerra e se fosse accettata dal diritto internazionale comporterebbe un enorme passo indietro.

 

 

[Torna su]

mconti@spse.ch