Marco Pantani
La tragica fine di Marco Pantani,
come le diverse recenti morti di sportivi (ad esempio calciatori) e le diverse
inchieste sul doping, ci offrono lo spunto per alcune riflessioni.
In primo luogo è importante considerare
l'aspetto umano. Per quanto riguarda Pantani, un personaggio che ha fatto la
storia del ciclismo recente (uno degli sport più duri in assoluto), ci sono state moltissime riflessioni di vario
genere, ad esempio:
-
Sulla nostra società: la
ricerca del successo
ad ogni costo, che spinge sempre più in là, fino alla rovinosa caduta, da cui
poi è difficile riprendersi umanamente.
-
Il
ruolo dei media:
spesso esaltano le prestazioni, poi però condannano impietosamente. Il risultato
è la distruzione della persona. Molta autocritica dovrebbe essere fatta, anche
se è difficile farlo senza retorica....
-
Il problema del doping, di cui abbiamo più
volte discusso: ci si dovrebbe anche chiedere che senso ha rovinarsi la vita...
-
La
depressione
infatti è una delle malattie peggiori del nostro tempo, almeno nelle società
economicamente benestanti.
-
Il problema della
droga,
come in generale delle dipendenze: una via d'uscita illusoria e spesso senza
ritorno.
-
Infine la necessità di ritrovare la
consapevolezza
di quello che si fa e del perché lo si fa.
Sono tutti aspetti, e ce ne potrebbero
essere altri, che meritano una certa riflessione.
Propongono alcuni articoli di giornale
pubblicati di recente, invitandovi a leggerli e scrivere un commento (in
generale o su un articolo specifico) nel forum.
Articoli:
Nel bene e nel male una vita sempre in
prima pagina
I gravi incidenti, le vittorie al Giro
d’Italia e al Tour, poi il declino e i processi
Una vita in salita, e poi la caduta lì, in
fondo all'ultima curva. Marco Pantani ha detto addio a tutti – chi lo amava e
chi lo aveva criticato – in silenzio e da solo, in una stanza d'albergo a
Rimini. E se la parabola del campione era terminata da tempo, quella dell'uomo
viveva ancora nel ricordo delle vittorie, delle folle di appassionati che lo
seguivano ovunque, dei duelli con i più grandi ciclisti del suo tempo e di una
serie incredibile di vicende giudiziarie legate al doping.
Ecco le tappe della vicenda sportiva e
umana di Pantani:
-
1992 – A 22 anni vince il Giro Baby e
passa professionista con la Carrera.
-
1994 – Si illustra al Giro vincendo due
tappe e chiudendo al secondo posto della generale, confermando le sue doti al
Tour con il 3 ° posto.
-
1995 – Investito da un'auto in
allenamento, se la cava con un trauma cranico e qualche contusione. È dimesso
dopo nemmeno due giorni d'ospedale. Cinque mesi dopo viene travolto da una jeep
alla Milano- Torino riportando fratture agli arti inferiori. Proprio da quella
caduta però cominciano i suoi guai giudiziari: i valori ematici riscontrati in
ospedale non sono in regola. Il pm torinese Guariniello lo mette sotto
inchiesta. Da quelle indagini si arriverà alla condanna di Forlì nel 2000.
-
1997 – Dopo aver tentato nel ' 96 di
risalire in bici ( ma è troppo presto, ha la gamba sinistra più corta) la
sfortuna lo perseguita ancora: il 24 maggio durante il Giro d'Italia cade alla
ruota di Felice Puttini dopo che il ticinese aveva travolto un gatto. Il giorno
dopo è costretto al ritiro. Un mese e mezzo dopo però è al Tour e vince ancora
in montagna sfidando l'idolo francese Virenque.
-
1998 – È l'anno della definitiva
consacrazione. Vince il suo primo Giro d'Italia, conquistando la maglia rosa
alla 17esima tappa, vincendo due tappe alla sua maniera e infliggendo alla fine
oltre un minuto e mezzo al russo Tonkov. Il successo lo galvanizza e stravince
anche il Tour de France 23 anni dopo Felice Gimondi. Il tedesco Jan Ullrich,
grande favorito della vigilia, subisce una pesantissima lezione ( oltre tre
minuti il suo distacco).
-
1999 – La sua stella si eclissa la mattina
del 5 giugno a Madonna di Campiglio, prima della penultima tappa, quando è a un
passo dalla secondo trionfo consecutivo al Giro. Pantani viene fermato perché il
suo ematocrito è troppo alto. È il punto di partenza di un calvario psicologico
e giudiziario che lo condurrà alla soglia dell’abisso.
-
2000 – Dopo la vicenda legata all’ematocrito
il Pirata ci riprova, sempre al Giro, ma le gambe non sono più le stesse. È
costretto a fare il gregario di Garzelli, con successo, visto che il compagno
vince la corsa. Per i Mondiali viene escluso dal ct azzurro Antonio Fusi, ma è
convocato, tra mille polemiche, per i Giochi di Sydney, dove rimedia una brutta
figura ( 69 ° ) . Alle Olimpiadi, Pantani era arrivato tra le polemiche per la
segnalazione della commissione “ Io non rischio la salute” al Coni di valori
anomali del sangue; anche da questo dato seguirà uno strascico giudiziario, con
i Nas che sequestrano documenti al Coni. Ma il 2000 è anche l'anno della
sentenza di Forlì: l' 11 dicembre la procura gli infligge tre mesi ( con la
condizionale) per frode sportiva.
-
2001 – Il pm di Trento Bruno Giardina lo
iscrive nel libro degli indagati con l'accusa di frode sportiva. Sotto accusa i
valori del sangue del prelievo effettuato a Madonna di Campiglio.
-
2002 – Partecipa al Giro d'Italia, ma
durante la 16esima tappa si ritira quando è ai piedi della Marmolada. In quel
momento è al 75esimo posto della classifica generale. Il 17 giugno gli vengono
inflitti otto mesi di stop per la vicenda della siringa con residui di insulina
trovata il 27 maggio 2001 nella camera 401 del Gran Hôtel Francia e Quirinale
occupato dal Pirata e dalla sua squadra durante il Giro dell’anno precedente.
-
2003 – Il Tribunale di Arbitrato Sportivo
riduce la squalifica da otto a sei mesi. Il Pirata partecipa al Giro d'Italia
che riesce a portare a termine, giungendo 14esimo. Ma a giugno, a sorpresa, si
ricovera in una casa di cura nel padovano. « Sono qui perché ci si cura » , dice
confermando indirettamente le voci di chi parla di una sua depressione profonda.
Poi sparisce, lontano da tutti, tranne che dalla sua vita ancora una volta in
salita.
Da La Regione, 16 febbraio 2004
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